Estratto dal saggio introduttivo “La via che non c’è, ovvero l’estetica dell’intuizione” di Maurizio G. De Bonis
Grazie a questa mescolanza di atteggiamenti culturali, di comportamenti creativi e di diverse tensioni interiori, tutti gli autori hanno potuto esprimersi con sincerità fino a estrapolare dai luoghi attraversati dei “valori stratificati dello spazio” che un mero processo di documentazione non sarebbe mai stato in grado di identificare.
Ma ciò che sorprende è come tale disarticolazione progettuale abbia alla fine prodotto un tessuto euritmico che nessun granitico indirizzo curatoriale di stampo tradizionale avrebbe mai potuto garantire.
Così, la fruizione di questo lavoro dovrà svolgersi con totale levità, come esperienza estetica pura, evitando di rintracciare significati o messaggi. Il fruitore dovrà porsi nella lunghezza d’onda significante che ha caratterizzato l’opera dei cinque autori viaggiando lungo tracciati individuali che finiranno inevitabilmente per confluire in un unico sentiero estetico.
Solo così si potrà percorrere idealmente “la via che non c’è”.
Gli autori: Samuele Bianchi, Paola Binante, Alfredo Covino, Pietro D’Agostino, Orith Youdovich.
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