“Accostare un’immagine “casuale”alla rappresentazione della fitta vegetazione della campagna romana non e’ operazione ardita ma certificazione di una potente multi-direzionalita’ e ricettivita’ dello sguardo, della presenza del fotografo nel mondo e della sua esigenza di divenire un radar puntato sull’esistente visibile/invisibile.
L’autore non interpreta, non rappresenta, non cerca, semmai trova gli stessi elementi architettonici nell’azione della luce sugli oggetti e nel vorticoso e insensato aggrovigliarsi della natura in se stessa.”
Maurizio G. De Bonis, in occasione della presentazione della mostra "Experience#1" del 2005.